Adolescenza ... il disagio si può superare

Questo progetto è rivolto ai giovani dai 14 ai 18 anni che, presentano delle difficoltà quali: ansia, depressione, disturbi dell’alimentazione, uso di sostanze, abuso delle nuove tecnologie, interruzione o difficoltà nell’andare a scuola, problemi relazionali, bullismo, cyberbullismo

Il progetto ERAGON nasce proprio per rispondere all’esigenza di poter aiutare e sostenere gli adolescenti le loro famiglie e le scuole attraverso un servizio psicologico di sostegno individuale, genitoriale e familiare anche attraverso progetti di prevenzione nelle scuole.  I GIOVANI D’OGGI SONO IL WELFARE DEL FUTURO, I PROFESSIONISTI DEL DOMANI.

Dipendenza dalle nuove tecnologie

La dipendenza tecnologica è una patologia che interessa principalmente le fasce più giovani della popolazione. I giovani, tra i 12 e i 25 anni, vengono definiti nativi tecnologici, ovvero sono nati in un mondo dove la tecnologia faceva parte della vita dei più. In questa fascia di età, la quasi totalità dei ragazzi naviga in internet, gioca online e possiede strumenti tecnologici personali. Questa grande disponibilità, e anche estrema familiarità con lo strumento tecnologico può portare ragazzi e adolescenti a sviluppare la dipendenza. Purtroppo l’età dei ragazzi dipendenti da internet si abbassa sempre di più, fino all’età dell’infanzia. Tra le varie forme più comuni abbiamo: Cyber sex addition o dipendenza da sesso virtuale: è la dipendenza legata all’utilizzo compulsivo di materiale pornografico o sesso virtuale. Dipendenza da relazioni virtuali: il dipendente instaura relazioni virtuali, di amicizia o romantiche, con persone incontrate online. I legami virtuali diventano più presenti e importanti di qualli reali. Net compulsions: comportamenti compulsivi legati all’uso di internet, gioco d’azzardo online, aste online, shopping compulsivo. Sovraccarico cognitivo: ricerca compulsiva, spesso immotivata, di informazioni online.

Disturbi Alimentari

Con la pandemia i disturbi del comportamento alimentare sono aumentati tra gli adolescenti, soprattutto l’anoressia nervosa. L’effetto della pandemia sulla salute mentale, in particolare sui disturbi alimentari, si è fatto sentire con forza: l’esordio di anoressia è più precoce, sono aumentate le richieste di aiuto e si sono acuiti i disturbi alimentari preesistenti. “In questo periodo, abbiamo riscontrato che le persone che avevano già sofferto in passato di anoressia, bulimia o disturbo da Binge Eating (disturbo da alimentazione incontrollata) hanno avuto delle ricadute, per lo più legate allo stress della pandemia e alle relative conseguenze nella vita di tutti i giorni” . Allo stesso tempo, per le stesse ragioni, anche chi non soffriva di questo genere di disturbi ha iniziato a svilupparli, soprattutto tra gli adolescenti. Infatti, dagli ultimi dati a disposizione, si evince che sono ben il 30% in più i ragazzi che hanno sviluppato questo tipo di patologie durante l’ultimo anno. “La didattica a distanza, la lontananza dagli amici, il vivere prevalentemente a casa, nella propria cameretta, ormai diventato lo spazio vitale dentro al quale costruire la propria quotidianità, hanno contribuito a creare sofferenza e disagio che, molto spesso, si sono tradotti in disturbi alimentari, soprattutto in anoressia nervosa”

Autolesionismo

L'Autolesionismo non suicidario (NSSI) è un fenomeno che negli ultimi anni interessa sempre più gli adolescenti e i giovani. Si caratterizza per la volontà di procurarsi danni fisici in grado di produrre sanguinamento, lividi o dolore. Questi comportamenti non sono necessariamente legati a tentativi di suicidio o desiderio di togliersi la vita. Spesso questi comportamenti autolesionistici nascono come risposta ad emozioni negative, come ad esempio: Tensione; Ansia; Difficoltà interpersonali; Forma di autopunizione. Sebbene nei giovani e negli adolescenti, l'autolesionismo sia legato a comportamenti di imitazione di altri giovani/adolescenti che gli sono vicini (fenomeni di “emulazione tra pari”), nella maggior parte dei casi esso è frutto di una difficoltà nella gestione degli affetti negativi e/o del modo in cui si fronteggiano situazioni stressanti. Sono le cosiddette strategie di "coping", vale a dire i meccanismi psicologici utilizzati per far fronte a problemi personali ed interpersonali allo scopo di gestire, ridurre o tollerare lo stress.

Disturbi dell'umore (Ansia - Depressione)

I disturbi dell'umore, in particolar modo la depressione, sono generalmente percepiti come problematiche o patologie dell'adulto, mentre invece sono molti i teenager che presentano forme depressive, o forme di iper eccitazione (episodi maniacali) o ancora forme miste, tutte condizioni che spesso esordiscono proprio nell'adolescenza, e che possono essere innescate anche da comportamenti a rischio come uso di alcool o droga. Ma come riconoscere quei segni che possono far comprendere ad un genitore che il proprio figlio ha un problema d'ansia, di umore, di depressione? E come distinguere nell'adolescente un comportamento ribelle e oppositivo tipico di quell'età da un esordio di disturbo psichico? Le cause dei disturbi dell'umore possono essere rintracciate in una predisposizione ereditaria ed in alcuni traumi, oltre che in alterazioni dei neurotrasmettitori quali noradrenalina e serotonina. Proprio queste alterazioni, durante la pubertà, possono segnare l'inizio di un disturbo bipolare con ansia ed euforia che si inseguono in un'alternanza maniacale, difficile da reggere e comprendere. Cosa fare? Monitorare i segnali di ansia ed iperattività ed affidarsi a specialisti che con la necessaria psicoterapia interverranno sugli stabilizzatori dell'umore del giovane paziente ed insegneranno ai genitori a gestire la quotidianità, così da essere realmente d'aiuto ai propri figli. Un disturbo dell'umore tempestivamente identificato e corretto permetterà ad ogni adolescente di diventare un adulto forse un po' ansioso, ma sicuramente in grado di controllare la propria emotività in ogni ambito esistenziale, dimenticando il proprio passato da bimbo triste e rintanato in casa, grazie alla acquisita capacità di relazionarsi correttamente, ritagliando comunque degli spazi per sé.

Ritiro Sociale

La manifestazione del ritiro sociale (social withdrawal) a partire dall’infanzia fino all’età adulta è un fenomeno che, negli ultimi anni, sta assumendo forme e dimensioni sempre più preoccupanti. Infatti, se alcuni individui, adulti o bambini, appaiono felici di spendere una larga parte del loro tempo lontani dagli altri senza che questo costituisca una forma di disagio, il ritirarsi dalle relazioni può costituire un segno di difficoltà sociali o emotive nascoste. Il ritiro messo in atto dai ragazzi di cui vogliamo parlare, tende ad assumere forme serrate di isolamento, conosciuto anche come Sindrome Hikikomori, fenomeno identificato originariamente in Giappone e ritenuto inizialmente una condizione specifica della società nipponica. Solo in seguitone è stata riscontrata l’esistenza anche in paesi e culture differenti, a dimostrazione che si tratta di un fenomeno trasversale a culture e società diverse. Gli hikikomori sono adolescenti che scelgono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi (da alcuni mesi fino a diversi anni), e di rinchiudersi nella propria abitazione, senza avere nessun tipo di contatto con il mondo esterno, talvolta nemmeno con i propri genitori e familiari: nelle forme più gravi trascorrono il tempo nella propria stanza, arrivando a coprire le finestre con fogli di carta scuri e nastro adesivo perché neanche la luce del sole li raggiunga, e i genitori lasciano loro i pasti fuori dalla stanza. In Italia le cifre ufficiali ipotizzano un numero di ragazzi “ritirati sociali” che si aggira intorno ai 120 mila, con una prevalenza maggiore tra i maschi, anche se il numero delle femmine è in aumento. Gli interventi migliori e più efficaci sono quelli precoci, messi in atto fin dalle prime manifestazioni di segnali di disagio nei ragazzi;

Uso di sostanze

L'uso di sostanze tra gli adolescenti spazia dalla sperimentazione ai gravi disturbi da uso di sostanze. Tutti gli usi di sostanze, anche quelli sperimentali, mettono gli adolescenti a rischio di problemi immediati, come incidenti, scontri, rapporti sessuali non voluti e overdose. il consumo di sostanze rientra tra i comportamenti a rischio che possono avere, a breve o a lungo termine, un’influenza sullo sviluppo globale dell’individuo sia dal punto di vista fisico che psicologico e sociale L’uso di sostanze può allora diventare il modo con cui il ragazzo fronteggia o evade dai momenti complessi o difficili da gestire della sua età e/o un aiuto per gestire sentimenti di inadeguatezza e stati emotivi e psicologici negativi, tra cui l’ansia e l’incertezza. Essendo, d’altronde, l’identità dell’adolescente in costruzione e ancora non ben definita, bisogna fare attenzione che l’uso di sostanze non diventi un vero e proprio elemento che definisce il Sé dell’individuo

L’ente attuatore

L’Associazione PSY Onlus è un’associazione

costituita da vari psicoterapeuti che si occupano di effettuare interventi nelle varie aree di disagio giovanile.

 

Didattica a distanza, distanziamento sociale, chiusura dei luoghi ricreativi e, in alcuni casi, contagio da covid-19, sono alcune delle cause di questa epidemia psicologica che si sta manifestando tra i nostri giovani con disturbi d’ansia, disturbi dell’umore, disturbi alimentari, comportamenti autolesionistici,  e disturbi relazionali, sempre più pervasivi ed invalidanti

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Curiosità e Commenti